Il nostro direttore commerciale e amministratore delegato della Rabensteiner S.r.l. Esslingen sul tema:
Per la prima volta mi sono confrontato con il tema “mercato” alla fine degli anni ‘90’ quando un cliente da me molto apprezzato e già fedele a quel tempo, mi ha chiesto di costruire due piccole “serre” di circa 40 mq ciascuna sul proprio parcheggio.
Poiché ha visto il mio sguardo interrogativo, ha poi proseguito con la seguente frase: “Amo così tanto i miei clienti che non voglio vederli solo ogni 4 settimane, ma 2 volte alla settimana, se possibile”. Il mio sguardo si è fatto ancora più interrogativo. “E di cosa ha bisogno la gente più volte a settimana? – Giusto: verdure e giornali”. Da questo inizio si è sviluppato nel frattempo uno dei più grandi mercati ortofrutticoli, il cosiddetto “Frischemarkt” (mercato del fresco) su quasi 1.000 mq. A proposito, la vendita dei giornali non ha mai avuto luogo. Le due serre furono presto riunite in un unico edificio e demolite dopo 7 anni. Ora il suddetto padiglione del mercato si trova al loro posto. Credo che questa descrizione contenga l’intera filosofia che oggi può diventare una filosofia di tendenza per tutti gli operatori dei garden center, e non solo per loro. Si può descrivere al meglio con il motto “Back to the roots” (Tornare alle radici). Fin dai “tempi primordiali”, subito dopo il periodo dell’auto-approvvigionamento, la gente comprava le verdure dal giardiniere. Era lui che piantava la prima lattuga della stagione in serre fredde a telaio (spesso con “riscaldamento a letame” sotto la superficie del substrato) e dal quale era possibile acquistare i primi pomodori dall’inizio di maggio. Non si tratta solo di comprare un determinato prodotto, ma di un acquisto emozionale.